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Santa Maria della Pietà, uno strano concetto di accessibilità di fronte al presidio sanitario

Santa Maria della Pietà, un luogo che probabilmente dice poco ai non romani. Si tratta di un complesso architettonico che un tempo è stato il manicomio più grande d’Europa fino a quando, nel 1999, arriva la definitiva chiusura come ospedale psichiatrico in seguito alla Legge Basaglia. Attualmente alcuni padiglioni sono in uso alla Asl Roma 1 e al Municipio Roma XIV con vari servizi al pubblico, tra cui l’ufficio Assistenza Disabili Adulti e Anziani dove sono stata convocata a fine luglio. Appuntamento alle 15:00, sole a picco e termometro che sfiora i 40°. Temperatura percepita: millemila gradi.

La pratica da sbrigare riguardava la richiesta di sussidio per la disabilità gravissima, una forma di sostegno che viene riconosciuto alle persone disabili per far fronte ai costi del personale che si occupa dell’assistenza domiciliare. Avrei incontrato il medico e l’assistente sociale incaricati di accertarsi che non fosse nel frattempo avvenuto un miracolo: forse potevo essere guarita, la mia sclerosi multipla -nella forma primariamente progressiva, la peggiore- avrebbe potuto scomparire, che ne sappiamo?

Essendo arrivata all’appuntamento con largo anticipo, mi sono guardata intorno alla ricerca di un bar per prendere un caffè. L’unico locale nelle vicinanze è un chiosco situato proprio di fronte all’ingresso della struttura, oltre una pista ciclabile che costeggia la strada principale. Ma la sorpresa era dietro l’angolo: per raggiungere il bar è necessario passare attraversare i tornelli che regolano l’accesso alla pista ciclabile, cosa facile per pedoni e biciclette ma impossibile per un disabile in carrozzina. Il caffè, alla fine, l’ho bevuto grazie al mio accompagnatore che me l’ha portato fin sulla strada, ma avrei preferito non trovare ostacoli e poter arrivare fino al bancone del bar. Trovo incredibile doversi scontrare con problemi di accessibilità proprio di fronte a strutture pubbliche che si occupano di disabili. Un paradosso che lascia l’amaro in bocca.

Per concludere la mia giornata bollente, ho saputo che non sarebbe stato necessario recarmi all’Asl: si è trattato di un malinteso con l’incaricata che mi ha convocato in sede invece di informarmi che, quel giorno e a quell’ora, avrei avuto la visita a domicilio. Pazienza, ci vuole tanta pazienza…

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