Avevo enormi aspettative dalla visita al Taj Mahal . Ne sono uscita umiliata, indignata, arrabbiata. Anzi, incazzata e per la prima volta da quando sono in India ho pianto. Mi chiedo come sia possibile che un sito di tale importanza, riconosciuto dall’Unesco patrimonio dell’Umanità, sia sorvegliato da personale che – dopo avermi fatto pagare il biglietto d’ingresso 1000 Rupie, come a ogni visitatore – al momento di accedere alla struttura mi dica: ”Lasci la carrozzina e prosegua camminando….”. Bravi, non ci avevo pensato…

.Dopo due ore di discussione non sono riuscita a parlare con un responsabile, ma vi assicuro che non finisce così. È diventata una questione di principio e di dignità, per me e per chi arriverà dopo di me in sedia a rotelle. Ne riparleremo sicuramente, non può finire qui. La strada è lunga, le barriere sono tante e il caldo insopportabile per chi – come me -combatte una battaglia contro un nemico imprevedibile, subdolo e sconosciuto come la malattia che mi accompagna, anche in viaggio. Cercherò di correre più forte e prendermi dei vantaggi. In ogni caso, Namaste’- Simona

Taj Mahal

 

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