di Elena Tommaseo, Delhi 14 aprile 2020

È partito tutto da questo articolo che mi è apparso sfogliando, un mattino di fine gennaio del 2017, il Corriere online.

Lessi di questa giovane donna che si apprestava a partire, in sedia a rotelle, per un viaggio di 3 mesi in Asia che l’avrebbe portata anche in India. Lei ha la sclerosi multipla, diagnosticatale 5 anni prima, la stessa malattia che tanti anni fa colpì il giovane cugino di mia madre, Barend, che allora aveva solo 24 anni ed era un promettente pittore.

Simona era un’instancabile, avida, viaggiatrice mossa dall’entusiasmo di poter conoscere nuove culture, nuove persone, di assaporare la libertà e aveva fatto anche l’accompagnatore turistico.

Pensai: “Chissà, se passerà per Delhi mi piacerebbe incontrarla”. Questo pensiero, chi l’avrebbe mai detto, mi ha regalato una delle amicizie più belle. Lo so, non ci sentiamo spesso, ci vediamo ancora meno, ma io le voglio tanto bene e, credo, spero, me ne voglia lei.

Trovai quindi la sua pagina Facebook, appena nata, che mi avrebbe permesso di seguirla in viaggio e le scrissi su Messenger.

Sono appena andata a ritrovare quel primo messaggio, vedo che era il 1° febbraio:

“Ciao Simona! Ti auguro una splendida esperienza e sono certa che l’avrai! Non hai fatto una scelta facile dato che qui in India le barriere architettoniche le abbiamo anche noi che non dobbiamo muoverci su una sedia a rotelle, ma dalla tua avrai certamente persone sempre pronte ad aiutarti, sono certa che amerai la disponibilità e la semplicità delle persone che incontrerai. Se gli eventi ti porteranno a Delhi sappi che potrai trovare in me una di queste persone. Un abbraccio e buon viaggio! Elena”

E così Simona partì, credo un paio di giorni dopo, per la sua Grande Avventura, accompagnata da una sua nipote, che più tardi si diede il cambio con un’altra nipote, quella splendida ragazza che ho avuto la fortuna di conoscere anch’io, Gloria.

Ci incontrammo qui a Delhi, in un caldissimo giorno di fine Marzo, fossero stati il Marzo e l’Aprile di quest’anno forse non dovremmo preoccuparci tanto del Corona virus adesso, sempre che davvero tema il caldo.

Il mio incontro con Simona e Gloria è stato un altro bellissimo dono che questa città mi ha offerto, ci trovammo subito in sintonia, allora Simona stava meglio di come sta ora, ma non ha mai perso lo spirito, la forza, il coraggio, la follia, il senso dello humour che mi hanno fatto subito innamorare di lei. Girammo insieme, a Delhi, per un pomeriggio, poi loro partirono per il Rajasthan, e in seguito per l’Uttar Pradesh, non dimenticherò mai la telefonata alle 7 del mattino da Agra, si trovavano davanti al Taj Mahal e le guardie non volevano far entrare la sedia di Simona nel mausoleo, lei era lì, ad una gradinata dalla porta di una delle 7 meraviglie del Mondo, uno dei simboli, forse il simbolo, che rappresenta l’India. Era arrivata fino a pochi metri dall’ingresso ed ora non poteva entrare. La rabbia, ricordo, la fece piangere ed io non sapevo come aiutarla.

Ma questo episodio, alla fine, invece di abbatterla, le fece venire la voglia di scorazzare per i vicoli di Old Delhi, una volta tornata a Delhi, e così decidemmo di fare questa follia, ma la obbligai ad incontrarmi la mattina alle 7, quando ancora i bazaar non sono aperti del tutto. Chi di voi è stato a Old Delhi penserà che sia un’impresa impossibile farsi largo in una sedia a rotelle ma, se conoscete Old Delhi, non conoscete Simona Anedda!

È stata una delle esperienze più divertenti della mia vita, appena trovava qualche decina di metri libera partiva a razzo con il suo motorino, con il rischio di ribaltarsi nel prendere una buca. Inseguita dagli occhi stupiti e curiosi di chi la scansava o di chi stava seduto per strada a bere il chai del mattino. Ricordo di un paio di uomini esterrefatti che si chiedevano che diavolo di rickshaw fosse quello. Io e Gloria impegnate in un inseguimento faticoso per non perdercela fra la folla del mercato delle spezie, perché nel frattempo erano passate tre ore e la vita aveva riempito i vicoli, una pazza.

Cara Simona, Gloria, vi ricordate? Ricordi, Simona, quando hai tentato di baciare una capra sperando si trasformasse nel Principe Azzurro?

Da questa passeggiata è nato anche un articolo che voleva anche essere una velata denuncia a chi non le aveva permesso di entrare al Taj, ha potuto sfidare Old Delhi, che si fatica a visitare anche a piedi, e ha vinto, ma non le hanno permesso di entrare in un monumento, dopo che aveva pure pagato il biglietto, un monumento che rappresenta l’India.

Più tardi andammo a fare acquisti di sandali in Lajpat Nagar e un bellissimo tatuaggio di henné per Gloria, di quelli che si fanno per i matrimoni.

L’indomani Gloria e Simona partivano per Kathmandu, in aereo distribuivano i quotidiani e Simona si ritrovò lì, in prima pagina dell’Hindustan Times…

In seguito ci siamo riviste a Milano, abbiamo diviso il lettone del San Raffaele dove si trovava per fare dei test, ci siamo riviste al lancio del suo libro, ho conosciuto il suo Angelo Custode, Claudio Bottan…

Certo la malattia la sta mettendo sempre più a dura prova, peggiora e non si può ignorare, si piange, ma si ride, si cade, ma ci si rialza, mai però si rinuncia al rossetto rosso fuoco!

Ci si chiede quale senso possa avere la vita, lo si ritrova…

Lei, che come di recente ha scritto, il lockdown lo sta vivendo da tanti anni dentro al suo corpo.

Questa è una frase che non ha nemmeno senso commentare.

Noi, che spesso in questi giorni ci lamentiamo perché non ci è concesso di andare a fare una passeggiata.

Mi ha telefonato qualche giorno fa.

Simona che mi dice “Non so più che senso dare alla mia vita…”

Io che le rispondo: “Il senso della tua vita sta nel dare un senso alla vita degli altri… Questa è la tua missione Simona, non era quello che avevi immaginato, ma non trovo un senso più grande di questo!”

Ti voglio bene. Elena

 

L’altro ieri le ho proposto di registrare la video chiamata che trovate qui, l’ho dovuta tagliare perché durava 25 minuti, non mi è riuscito molto bene, ma il punto è il suo messaggio!

Posted by Elena Tommaseo on Wednesday, April 15, 2020

Ph. courtesy Mayank Austen Soofi

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