Mi definiscono schietta, ironica e sorridente, viaggiare per me è una vocazione. Nella mia vita c’è un prima e un dopo, anche nel mio modo di intendere l’esistenza: dal 2013 sono malata di sclerosi multipla primariamente progressiva, ma non ho alcuna intenzione di arrendermi.
Racconto i miei viaggi in sedia a rotelle e sogno di costruire percorsi di turismo accessibile a tutti. C’è chi dice che sono un esempio, ma non credo di essere wonder woman. Cerco solo di sopravvivere e viaggiare è parte della mia cura, la sclerosi è una compagna di avventura ingombrante, pesante da trascinare…
Mi sono resa conto che non posso cambiare il corso della vita, ma posso modificare il mio approccio nei confronti di quello che può sembrare sfortuna o accanimento nei miei confronti. La malattia mi ha insegnato ad apprezzare ogni singolo istante, colore, profumo, paesaggio. Ma anche ad affrontare con ironia le difficoltà che si presentano lungo il cammino, a casa o in viaggio. Non c’è nulla di positivo nella mia nuova condizione di viaggiatrice seduta, ma posso dire che la sclerosi ha portato con sé tanti nuovi amici che mi stanno vicino e mi vogliono bene, persone che probabilmente non avrei avuto la possibilità di incontrare; questo è un aspetto che apprezzo e vivo come un dono.